Le Garanzie “Alluvione e allagamento” di Allianz e Generali ai Raggi X

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In un paese a forte rischio idrogeologico gli italiani sono fortemente sottoassicurati: le compagnie sono in grado di fornire soluzioni adeguate?

In questo articolo:

Un confronto imparziale e schietto fra due delle garanzie alluvioni e allagamenti più diffuse, condotta da Michele Borsoi e Simone Costenaro

Con l’arrivo della “bella” stagione ci prepariamo anche all’arrivo di intensi fenomeni atmosferici, o almeno questo è quello che ci si aspetta visto ciò che abbiamo vissuto negli ultimi anni. 

Basti pensare che dal 2010 l’Italia è stata colpita da 45 alluvioni. 45!

Ed è proprio di questi giorni (mercoledì 28.02.24) la notizia dello stato di calamità richiesta dalla Regione Veneto, a seguito delle intense e continue piogge cadute in particolare su Vicenza e che hanno portato ad allagamenti in varie zone della città, fortunatamente senza conseguenze devastanti. Questa volta. 

Quindi siamo già a 46 alluvioni in realtà; è solo febbraio e la primavera e l’estate, con le violente piogge a cui ci hanno abituati, devono ancora arrivare…

Non è voler fare l’uccello del malaugurio, è essere obiettivi nell’analizzare i fatti. 

I gravi fatti con cui abbiamo dovuto fare i conti negli ultimi anni.

“A livello globale, lo scorso anno le catastrofi naturali hanno fatto registrare perdite per circa duecentocinquanta miliardi di dollari.” (fonte: Il Corriere della Sera, 11 febbraio 2024) *

Ma anche se guardiamo nel nostro “piccolo” i numeri sono da capogiro: “solo le alluvioni avvenute in Toscana ed Emilia-Romagna hanno causato danni per più di 11 miliardi di euro”. E non voglio neanche toccare il tema molto più grave delle vittime di questi eventi estremi. 

Eppure in Italia solo il 7% delle PMI è coperto dai rischi naturali e solo il 5,3% delle unità abitative risulta assicurata contro il rischio di calamità naturali nonostante più dell’80% del territorio italiano sia considerato territorio a rischio sismico e idrogeologico (un record a livello europeo)

Salta subito all’occhio, pure in questo ambito, quanto gli italiani siano un popolo gravemente sottoassicurato.

Anche quando parliamo di polizze a copertura di quello che è non solo uno degli investimenti preferiti dagli italiani (la casa!) ma che spesso rappresenta la quasi totalità del patrimonio di una famiglia. 

Quindi 95 famiglie su 100 cui dovesse crollare l’abitazione per colpa di qualche catastrofe ambientale, ormai sempre più frequenti, rimarrebbero senza un tetto sopra la testa.

I nostri compiti e doveri. Nonchè opportunità.

Da qui due importanti considerazioni.

La prima è che dietro ad una mancanza si cela sempre una grande opportunità: più grande è il bisogno (di adeguata protezione, in questo caso) maggiore è la potenzialità di guadagno per chi, questo bisogno, riuscirà a soddisfare. 

La seconda, molto più rilevante, è di tipo sociale: se abbiamo scelto di intraprendere questo bellissimo lavoro, come Consulenti Assicurativi è nostro dovere morale perseguire l’interesse dei nostri clienti, proteggendoli da qualsiasi imprevisto possa capitare loro nella vita. 

Non solo perché è un obbligo professionale imposto dalla IDD e dal regolamento IVASS 45/2020 (o perché intravediamo grandi possibilità di guadagno) ma perché sentiamo il nostro lavoro come una missione che ci permette oltre che di portare a casa la pagnotta,di fare la reale differenza nella vita delle persone che si affidano a noi.

Proteggendo e blindando il loro futuro adeguatamente!

Sapendo di partire dalla svantaggiosa condizione di doverci approcciare ad un pubblico sostanzialmente carente non solo di polizze ma di adeguata cultura assicurativa, il primo imprescindibile passo è quello di fungere da formatori e informatori.

Aumentare la consapevolezza dei nostri clienti rispetto alle loro gravi scoperture ed ai pericoli che corrono.

Palesare loro le conseguenze di errate scelte o, peggio ancora, delle loro non-scelte.

Metterli di fronte ai drastici effetti di una erronea o assente gestione dei rischi.

Immersi in pagine e pagine di polizze saremo in grado di individuare la più adeguata?

Questo però è solo il primo passo.

Mettiamo che il nostro cliente, adeguatamente informato e preparato, decida che sì, è il momento di tutelarsi.

Adesso viene il “bello”.

Con che polizza andrò a tutelarlo? 

Quale Compagnia mi permetterà di fornire le maggiori garanzie al cliente? 

Mi fido ciecamente delle soluzioni proposte dalla mia mandante o vado in cerca col lanternino di qualcosa che sia realmente appropriato? 

Facile: basta esaminare le polizze che ci propongono le varie compagnie e trovare la più adeguata.

Un paio di settimane dovrebbero bastare per avere risposte a queste domande. Se mi ci metto d’impegno, ci lavoro 24 ore su 24 ed evito di fare qualsiasi altra cosa in questi 14 giorni (compreso dormire e mangiare)… 

Perchè non so se ci avete fatto caso ma a me la prima cosa che salta all’occhio quando prendo in mano le condizioni di una polizza è l’enormità di pagine, postille, rimandi e note di cui è composta. 

Tutto rigorosamente scritto in assicuratese.  

E allora mi domando: se io, che faccio questo lavoro da 26 anni, trovo estremamente macchinosa una polizza di questo genere, cosa ne può pensare il mio cliente “medio”?

Ed è la domanda a cui cerchiamo di dare risposta con Michele Borsoi nella 3a puntata de “La Polizza a Raggi X”, oltre che analizzare nello specifico le polizze “Immagina Adesso” di Generali e “Casa Ultra – Catastrofi Naturali” di Allianz.

Ti sei perso la puntata?

Riguardala quando e quanto vuoi, ti basta andare QUI

Ma credo che una premessa sia doverosa: condizioni necessarie per noi, sempre, sono la chiarezza e la trasparenza! 

Non a caso il nostro brand è Assicuratore Facile, dove “facile” è sottinteso dal punto di vista del cliente.

Mentre per noi il lavoro rimane più complesso. Molto più complesso.

Uno degli obiettivi della nostra rubrica “La Polizza a Raggi X”  è far emergere un problema diffusissimo: le polizze sono incomprensibili, difficili da capire ed esageratamente complicate. 

Tanto da aver bisogno di un “traduttore” che ci aiuti a leggerle e Michele Borsoi mette a disposizione tutta la sua esperienza per questo non semplice compito. 

Pur se lo scopo di rendere i contratti di polizza così specifici e dettagliati era quello di presentarli minuziosamente descritti per il cliente che deve essere in grado di coglierne le varie sfaccettature, l’effetto ottenuto è esattamente l’opposto.

Soprattutto se il cliente deve orientarsi fra dichiarazioni, definizioni, condizioni, esclusioni, integrazioni e chi più ne ha più ne metta. 

Il tutto “condensato” in poche centinaia di pagine.

Nel caso non fosse chiaro il mio intento ironico, ti porto ad esempio proprio le due polizze che abbiamo analizzato nella puntata de “La Polizza a Raggi X” dell’8 febbraio.

“Immagina Adesso” di Generali è descritta in 605 pagine.

Va un po’ meglio con “Casa Ultra” di Allianz e le sue 295 pagine. 

Non voglio nemmeno entrare nel merito, ora, di quello che una o l’altra coprono o escludono (per questo ti invito a prenderti un’oretta e rivederti la puntata per avere un punto di vista obiettivo su l’una e l’altra: GUARDA ORA) ma preferisco porre la tua attenzione su un aspetto che, secondo me, potrebbe essere risolutivo…

Quanto più immediato sarebbe far sottoscrivere una All Risks, rendendo il cliente stesso complice della gestione dei suoi rischi? 

Se è il cliente a decidere di non volere delle coperture specifiche se ne assume la responsabilità e lo sottoscrive in polizza.

Tutt’altra cosa è sperare o ancor peggio pretendere che l’acquirente sappia quali sono le coperture di cui necessita e quindi supporre che sia lui a richiederne le integrazioni.

Ad ognuno la propria franchigia!

E vogliamo parlare della franchigia? 

Per anni abbiamo abituato i clienti a franchigie bassissime dando loro l’illusione di stare facendo grandi affari, essendo tutelati per le minime perdite. 

Il risultato? 

Il nostro ruolo è passato da quello essenziale di “assicuratore” a quello di 

manutentore, uno a cui passare le fatture di qualsiasi imprevisto capiti. 

Si rompe la lavatrice? Chiamo il mio assicuratore.

Devo fare gli esami del sangue al gatto? Chiamo il mio assicuratore.

Mi cade il cellulare nel water mentre faccio selfies in bagno? Chiamo il mio assicuratore.

Ben diverso sarebbe se ogni cliente si assumesse l’incombenza di decidere la propria franchigia, in base alle proprie possibilità e soprattutto responsabilmente. 

Se un danno da 1000, 2000, o anche 5000€ non incide significativamente sul mio conto economico, perché non dovrei assumermene il carico, lasciando invece sulle spalle dell’assicurazione solo i costi che da solo non riuscirei ad affrontare?

Sarebbe semplicemente rispettare il ruolo stesso delle assicurazioni, nate per sostenere il singolo qualora NON fosse in grado di far fronte ad un imprevisto con le sole sue risorse. 

In conclusione, non so se i dubbi che abbiamo sollevato noi e le domande a cui abbiamo cercato di dare risposta sono le stesse che ti poni tu ma il mio consiglio è di riguardare la puntata de “La Polizza a Raggi X” in cui analizziamo due delle garanzie “Alluvione e Allagamenti” più diffuse, per avere un punto di vista esterno agli interessi delle compagnie.

E soprattutto per non farti trovare impreparato dalla “bella” stagione in arrivo.

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Simone Costenaro e Michele Borsoi e le garanzie alluvione e allagamenti

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Credo che il mestiere dell’assicuratore sia qualcosa di nobile e prezioso: aiutiamo le persone a non rimanere MAI senza soldi, aiutiamo gli imprenditori a non fallire, aiutiamo intere famiglie a non entrare in crisi economiche irreversibili nonostante gli imprevisti che la vita ci pone davanti.

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