I tre principali motivi per cui gli italiani rimangono senza soldi

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Gli italiani rimangono senza soldi per gioco d’azzardo, sovraindebitamento e errata pianificazione finanziaria: la ISO 31000 come arma di difesa

In questo articolo:

Gli italiani rimangono senza soldi per motivi che si possono ricondurre a tre problematiche principalmente: vediamo quali sono e come possiamo contrastarle

Dati alla mano (e sono dati sconcertanti!) le ricerche confermano che 3 sono i principali motivi per cui le persone rimangono senza soldi, rovinando letteralmente la propria vita e quella dei loro famigliari.

Il 1° motivo è il gioco d’azzardo.

Nel 2022 sono stati spesi 136 miliardi di euro! 

 Il volume di denaro giocato in Italia nel 2022 è aumentato del 22%, attestandosi sul valore di 136 miliardi di euro, ritoccando ulteriormente il record che era già stato superato nel 2021, quando la raccolta superò i 111 miliardi di euro.

“Per i dati del 2023, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli stima una raccolta pari a 149 miliardi  di euro”. Lo ha affermato il 28 novembre 2023 Sandra Savino, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha la delega in materia di gioco d’azzardo, in risposta ad una interrogazione parlamentare.

(Leggi la fonte)

Le motivazioni sono molteplici.

Riguardano in primis la ricerca di un guadagno facile e veloce per cambiare la propria vita: quanti di noi non hanno mai pensato “Non capita, ma se capita…” ?

Non bisogna poi sottovalutare le emozioni scatenate dal rischio, in certi soggetti talmente intense e travolgenti da creare una vera e propria dipendenza.

Altro preoccupante motivo, il 2° di questa triste classifica, è il sovraindebitamento. 

Basti pensare che il 46% degli italiani ha un finanziamento in corso (e solo 1 su 5 riguarda il mutuo casa) ma addirittura oltre il 10% degli italiani ha almeno 4 debiti pendenti sul proprio capo.

La sostenibilità degli impegni finanziari resta quindi un carico elevato per gli italiani e può essere considerata, almeno in parte, una conseguenza del 3° motivo per cui gli italiani rimangono senza soldi:  

l’errata pianificazione finanziaria.

Tenendo conto che anche le persone colte e responsabili, sono spesso vittime di questa problematica, vien da sé chiedersi quali siano i motivi di tale criticità.

Sicuramente manca una preparazione di base, che dovrebbe fornire già la scuola, come prevede l’articolo 21 del disegno di legge Competitività dei capitali, approvato lo scorso 11 aprile 2023 dal Consiglio dei Ministri e che introduce il principio della “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale economica e sociale delle comunità” e quello del “diritto alla salute, al benessere della persona e all’educazione finanziaria, con particolare riguardo alla finanza personale, al risparmio e all’investimento”.

Ma di fatto il grado di alfabetizzazione finanziaria degli italiani è, al momento, tra i più bassi a livello europeo.

La ISO 31000, una norma pensata per le aziende ma che si può riadattare a qualsiasi contesto

Pare chiaro che quello che stiamo portando avanti con la ISO 31000, ha anche valenza sociale.

Vero è che la ISO 31000 è, per definizione, lo standard internazionale che consente di migliorare in modo proattivo l’efficienza gestionale e manageriale in azienda, fornendo una serie completa di principi e linee guida per aiutare le organizzazioni a eseguire l’analisi e la valutazione dei rischi.

Ma i principi a cui fa riferimento sono facilmente declinabili in qualsiasi contesto: aziendale, familiare e personale.

Ove ci sia una scelta da compiere, le linee guida della ISO 31000, condensate in 8 punti, possono condurre le persone a prendere le loro migliori decisioni, anche in ambito domestico.

Iso31000

Ma analizziamo ed approfondiamo come la ISO 31000 può essere calata nella gestione dei rischi delle persone e delle famiglie, per arrivare ad una corretta pianificazione ed aumentare l’efficienza dei piani di risparmio e protezione necessari a blindare e tutelare il futuro di ogni singolo.

E sostanzialmente rendere facili le scelte difficili!

Gli otto punti della ISO 31000

Il primo passo è accompagnare le persone a comprendere il loro contesto.
Organizzando il loro conto economico e stato patrimoniale.
E consentendo alla famiglia di capire “chi dipende economicamente da chi” e “chi un domani potrebbe dipendere da chi”.
In modo da mostrare anche visivamente il reticolo di relazioni in cui siamo inseriti e di cui dovremmo tener conto se vogliamo non venir meno alle nostre responsabilità e doveri rispetto a coloro che dipendono da noi ma che a volte non consideriamo, fermandoci ai legami più vicini ed immediati.

Il secondo step sarà associare al contesto degli obiettivi di breve, medio e lungo termine.
Evidenziando cosa la persona non vuole che accada durante la carriera lavorativa, cosa non vuole che accada quando non lavorerà più e cosa non vuole che accada quando non ci sarà più ed aiutando la persona stessa ad avere una totale comprensione del proprio ruolo e dare significato ai propri sacrifici.
Ciò corrisponde a valorizzare la persona. I suoi intenti, desideri e sogni!

Il terzo punto della Iso 31000, permette invece alla persona di stabilire il proprio “appetito al rischio”, sia in termini di denaro che di tempo.
Tradotto, significa indagare su quanto tempo e quanti soldi questa persona sia disposta ad investire per raggiungere i propri obiettivi ma anche stabilire il minimo vitale che le consenta di assicurarsi una vita comunque dignitosa oltre che calcolare il massimo danno che possa sostenere con le proprie forze.

Mettere in fila questi tre punti, permette alla persona di conoscere con precisione la propria situazione complessiva e scoprire grazie al quarto e quinto punto (mappa e valutazione dei rischi) quali sono i propri punti di forza, le proprie maggiori fragilità e di conseguenza le proprie maggiori opportunità, mettendole in fila dalla più grande alla più piccola.
E che possono essere sfruttate e fungeranno da base per una efficiente pianificazione finanziaria, calibrata sui suoi personali bisogni e obiettivi. Perchè le sue reali esigenze saranno la linea guida per formulare un planning ad hoc, che è esattamente quello che facciamo sviluppando il punto sei della norma: il trattamento dei rischi.
Come si può notare questo punto è quindi molto diverso dal proporre polizze e piani di risparmi a casaccio e standardizzati, promossi per raggiungere gli obiettivi imposti dalle mandanti…

Inoltre per riuscire a raggiungere obiettivi, rispettare impegni e dormire sonni tranquilli, c’è bisogno di avere un sistema di revisione e monitoraggio ricorsivi (punto sette).
Se per seguire la Iso 31000 è basilare analizzare contesto, obiettivi e appetito al rischio per individuare la giusta soluzione assicurativa diventa necessario verificare che questi non cambino nel corso del tempo e se cambiano, accertarsi di rettificare in modo appropriato il piano di protezione messo in opera.
Se le situazioni cambiano, e ci sono moltissime ragioni per cui il contesto di una persona può cambiare (da una promozione in ambito professionale, alla nascita di un figlio, a un divorzio, ecc.), è tassativo adattare di conseguenza il piano di tutela.

Ed infine l’ultimo punto, quello che io considero il più importante: sincerarsi che tutte le persone coinvolte abbiano la totale comprensione di cosa si sta facendo e del perché si fa.

Perché è così importante applicare la Iso 31000

Ecco allora che balza agli occhi che solo grazie a questo processo (pianificato in origine, per una corretta gestione dei rischi nelle aziende) la persona può essere messa in condizione di prendere le sue migliori decisioni.
Perché è un sistema che pone sotto ai riflettori tutti gli aspetti che vanno necessariamente analizzati per poter decidere al meglio. Ma che nessuno tiene mai in considerazione, abituati a vendere polizze prima che offrire informazioni e consapevolezza.

Questo, ribadisco, vale per la persona, per la famiglia e anche per le aziende.

Avere un metodo testato significa:
– Aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi nonostante gli imprevisti;
– Aiutare le persone a rispettare i loro impegni anche a seguito del manifestarsi di un grave imprevisto;
– Aiutare le persone a dormire sonni tranquilli.

Possiamo quindi fare tanto per le persone ma servono professionisti che mettano in discussione il loro tradizionale modo di lavorare a servizio delle compagnie e si pongano invece dalla parte dei clienti. Concretamente dalla loro parte, non solo a parole.
È un lavoro certosino, certo.
Ed è un lavoro da svolgere quotidianamente.
Ma è il lavoro che dobbiamo svolgere se amiamo la nostra professione.
E se vogliamo dormire sonni tranquilli, come quelli che dobbiamo assicurare ai nostri clienti.

Se vuoi cambiare prospettiva e modus operandi, diventando un Consulente realmente utile ai tuoi clienti e facendoti riconoscere per la tua professionalità e non per i prezzi più bassi o gli sconti, 

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Simone Costenaro
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Credo che il mestiere dell’assicuratore sia qualcosa di nobile e prezioso: aiutiamo le persone a non rimanere MAI senza soldi, aiutiamo gli imprenditori a non fallire, aiutiamo intere famiglie a non entrare in crisi economiche irreversibili nonostante gli imprevisti che la vita ci pone davanti.

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